domenica 6 dicembre 2009
Non lasciamoci scippare il Natale
Dal Vangelo secondo Luca
Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell'Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
“Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”.
Il mese di dicembre è sicuramente il più convulso. Credo sia il mese del traffico più intenso per le vie delle città, il più caotico per le poste, il più difficile per i trasporti, il più esagitato per il commercio, il più snervante per gli scioperi. Si va , si viene, si acquista, si prepara, si regala, si spende. C'è nell'aria un'attesa. Nelle nostre civiltà occidentali è al suo apice l'operazione Natale. E' purtroppo l'attesa di un mondo ricco che si concentra sul consumo, ma l'origine di questa convulsione è un fatto storico che ha cambiato il mondo, che ha diviso la storia in due: prima e dopo lui, prima e dopo Cristo. Tutto questo caos, allora, è per Lui? Stiamo perdendo la testa perché vogliamo trovargli un posto, stiamo comperando perché c'è da fargli un regalo, stiamo accendendo luci per indicargli la strada per la sua venuta, stiamo riempiendo di stelle filanti, di lustrini, di neon le nostre case per fargli trovare un posto caldo, accogliente; stiamo facendoci regali per far sparire dai nostri volti ogni traccia di mestizia, perché Lui è la gioia?! Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate strade, riempite avvallamenti, spianate alture.... Noi cristiani ci siamo forse lasciati scippare il Natale dai negozi. Non c'è posto per questo bambino che nasce, gli tocca cercare un altro luogo. Qui non c'è posto per lui. A meno che... A meno che, dentro questa festa del commercio, che non ci scandalizza, né ci soffoca, sappiamo recuperare una dimensione interiore, sappiamo fare spazio alla preghiera, sappiamo metter nel conto delle spese, nell'elenco delle possibilità della tredicesima un preciso impegno per il povero. Ci possono stare tutte le luci che vogliamo, purché nel tuo mese di dicembre decidi due o tre cose semplici:
- una mezza giornata di deserto in cui stacchi la spina, fai a meno di una notte da sballo, talloni un prete o una guida spirituale per far chiarezza nella tua vita, preghi e rileggi i primi capitoli del vangelo di Luca;
- decidi una percentuale su tutte le spese che fai, da destinare ai poveri;
- accogli per alcuni mesi nella tua seconda casa gente senza tetto;
- trascorri una giornata in ospedale a fianco di chi soffre.
Così porti Speranza.
Ma io, per me, la speranza dove la trovo?