domenica 29 novembre 2009
Avvento: Dio ci viene incontro
Un’occasione, quella dell’Avvento. E come tutte le occasioni si
possono prendere o perdere. Un percorso a tappe che ci accompagna
settimana dopo settimana al Natale, il giorno in cui ricordiamo
la nascita di Gesù, Dio che si è fatto uno di noi. E il termine Avvento
ricorda esattamente questo, dal latino ad-ventus = venuta, arrivo.
Avvento è quindi attesa. I Cristiani sono coloro che attendono Cristo.
Un popolo dell’attesa, ma non un’attesa passiva, perché è “tendere
verso”, andare incontro, cercare l’incontro e attenderlo con
gioia. La forza dell’Avvento è che ci fidiamo dell’Atteso. Andiamo incontro
a chi ci viene incontro e si dona a noi: Gesù.
L’Avvento apre al dono del Natale. Grande è la consapevolezza e
la gioia che Dio e l’uomo si sono attesi, desiderati, incontrati e camminano
insieme. Nulla può fermarli, nulla può separarli; nell’attesa
si sono donati reciprocamente qualcosa di prezioso: se stessi.
Quando Dio creò gli uomini, volle donare loro qualcosa che gli uomini
non possedevano: la parola. Aveva ben riflettuto: aveva dato loro
due orecchie per ascoltare e una bocca per parlare. «Le parole sono
preziose», pensò, «perciò devono essere pronunciate con attenzione
e giungere ad orecchie attente».
Così pensava Dio; gli uomini avevano però altre idee. Presto si resero
conto di quanto si potesse fare con le parole e ognuno iniziò a
usarle a suo uso e consumo: urlando, mentendo, usando le parole
per non farsi capire.
«Che cosa è successo alle parole?», pensò Dio e mandò una Parola
nel mondo, una parola lieve, così lieve che le parole altisonanti
non la udirono; una parola profonda, così profonda da non poter essere
rimossa dalle parole superficiali; una parola vera, così vera che
le parole false non la riconoscevano. Questa parola è Gesù, la parola
di Dio che dice: «Io ti voglio bene, io vi voglio bene».